martedì 25 novembre 2008

Ilvervedell'idealizzazione

I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perchè sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo.

Non ho mai avuto amori così reali, così pieni di verve, di sangue e di vita come l'amore vissuto con figure uscite da me stesso. Che peccato! Ne ho nostalgia perchè, come ogni amore, anche questi amori passano...

Il libro dell'inquietudine, Fernando Pessoa



Mi capita a volte di leggere delle cose che sembrano partorite dalla mia mente. Provo uno strano brivido di piacere quando questo accade, forse perchè trovo rassicurante il fatto di non essere la sola a provare determinate sensazioni.

Così, spesso, mi trovo a pensare, anche io, ai rapporti che sarebbero potuti esistere; preferisco il dramma all'emozione debole e noiosa. E allora penso, penso e penso ancora. E mi innamoro di situazioni create dalla mia immaginazione, mi innamoro di sfumature percettibili solo nella mia testa. Ed è un amore intenso e vivo, questo lo giuro.
A un passo dallo svanire, amo così solo ciò che è malato. Tutti i miei amori irrealizzabili.. già. Tutti i miei amori irrealizzabili hanno il sapore del miele e hanno anche il sapore del fiele.

Mi affascinano e sono gelosa di loro, mie sensazioni sfuggevoli.



venerdì 21 novembre 2008


E' che quando vivo concepisco le forme come materia da scolpire, e quando parlo o penso concepisco i discorsi come fossero pagine di un libro, ecco.



lunedì 17 novembre 2008

Tusanguineraiediraichequestoèamore


Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.
Quando un uomo, oltre all'attrazione sessuale, prova amore e affetto, lei si spaventa. O fugge, o lo fa fuggire. [Eh già, e ne sei anche consapevole, ma è tutto ciò che ora riesci a fare. Maledizione.] Il prezzo che paghiamo per la passione è l'angoscia. [Ecco.] Per poter provare un sentimento qualsiasi abbiamo bisogno di eventi drammatici. Così, ci occorre l'eccitazione dell'incertezza, del dolore, della frustazione e dello struggimento solo per sentirci vive. [Ecco, il gusto dolceamaro della sofferenza.]

domenica 16 novembre 2008

Inungiornodisolenonpensiallatempesta


Oggi è tutto davvero troppo. Troppo.
Una di quelle giornate in cui sei satura e non sai nemmeno come sentirti. Voglio tempo.. Perchè è troppo.


Odio la fine. Odio la fine in generale. Mi mette ansia.
Sai già che per ogni cosa c'è la sua fine, che le cose e i momenti non sono eterni, perchè tutto d'un tratto arriva lei, e interrompe tutto a suo piacimento, beffardo il suo gioco.
Ho sempre odiato la fine delle canzoni. Generalmente i ritmi si fanno lenti e noiosi, ripetitivi, e tutto sparisce, così. Un rallentare scontato delle note. Non desideri altro che non finisca. Non ora, non può finire, io ne ho ancora voglia. Perchè, perchè, perchè. Allora vai avanti e cambia, cazzo.


Odio gli addii, odio che tutto finisca. [Implora in ginocchio e mangia sabbia.]



E allora lascio l'odio, e voglio ridere. Ridere dei momenti che rovinano lo scorrere. Delle stelle e della notte, schifosamente crudeli. Del pianto. Di sogni infranti e dell'odore agre di bagnato che portano sul viso. Voglio ridere di chi mi guarda e osserva, pur non capendo nulla. Perchè io sono così. Voglio ridere soprattutto delle promesse. Dei progetti. Delle parole. Voglio ridere e basta.
Ballare sulla spiaggia e urlare. Sentirmi bene. Voglio bere, bere e dimenticare per un attimo. Danzare attorno ad un falò che brucia tutta questa rabbia. Sfogarmi, e sentirmi vuota dopo, ed addormentarmi.



E' che non ti voglio scordare, perchè sei parte di me.
E' che l'amore con te era come da tempo non lo facevo.
E' che tutti i sorrisi li ho dati a te.



Ma è davvero troppo. Oggi tutto è troppo. Una giornata di troppo, insomma.




mercoledì 12 novembre 2008

Dannateaspettative

"Nessuno pensa che la propria vita si svilupperà semplicemente bene, tutti noi pensiamo che saremo dei grandi e dal giorno in cui decidiamo di diventare chirurghi, siamo pieni di aspettative. L'aspettativa del sentiero che seguiremo, le persone che aiuteremo, la differenza che faremo. Grandi aspettative su chi diventeremo, dove andremo e poi eccoci qui. [...] Tutti noi pensiamo che saremo dei grandi, e ci sentiamo un pochino derubati quando le nostre aspettative vengono deluse, ma a volte le nostre aspettative sono basse. A volte ciò che ci aspettiamo semplicemente impallidisce in confronto all'inaspettato. Ci chiediamo perché ci aggrappiamo alle nostre aspettative, perché ciò che ci aspettiamo è solo ciò che ci fa andare avanti, che ci tiene in piedi, immobili. Ciò che ci aspettiamo è solo l'inizio. L'inaspettato è ciò che ci cambia le vita."
Dal telefilm Grey's Anatomy




Esatto. Viviamo seguendo le nostre aspettative, che per lo più si rivelano massacranti come tanti piccoli aghi nel corpo. Rimuginiamo pensieri e sprechiamo, forse, ore e ore dietro desideri. O aspettative. Ma se ci pensiamo bene, è ciò che nella nostra vita arriva in modo inaspettato che ci consegna generosamente una buona dose di adrenalina e di euforia; in ogni caso, che sia positivo o che sia negativo.

E' un fulmine, che prepotente irrompe scagliando via tutti i piani fatti, tutte le idee, tutti i progetti.


Ricominciare tutto.

Tutto. Tutti i miei piani.

Vuoto mentale.


E allora sono qui che curiosamente penso. Penso a cosa più potrà accadere di inaspettato. Ci fantastico sopra, è vero. Chissà, magari proprio domani tornerò a casa, rileggerò queste parole, e ci riderò sopra, proprio dopo aver ricevuto una bella saetta. Metaforicamente, si intende.